Una delle sorprese delle bozze di legge della Stabilità 2015 riguarda l’incremento delle aliquote IVA a partire dal 2016. L’origine della misura è l’attivazione della clausola di salvaguardia inserita nella Legge di Stabilità 2014 (L. 147/2013). L’incremento dovrebbe riguardare sia l’aliquota IVA ordinaria del 22% – spalmato su tre anni – che l’aliquota IVA agevolata del 10% – spalmato su due anni – e dovrebbe essere efficace dal 2016. Al momento non è stato ancora dettagliato l’ammontare dell’incremento ma certo è che, anche limitato a un punto percentuale l’aggravio, così come ora è formulata la disposizione, sarà automatico a partire dal 2016 e se anche con un aumento di un solo punto percentuale porterà il valore dell’aliquota più alta al 25% per il 2018, una misura che non va propriamente nella direzione di spingere verso i consumi e di ridurre la pressione fiscale.
Ricordiamo che nell’ottica di recuperare gettito fiscale, il legislatore ha già ritoccato ben due volte le aliquote IVA negli ultimi anni, limitandosi ad aumentare esclusivamente l’aliquota IVA ordinaria: prima nel 2011 (D.L. 138/2011, conv. con mod. L. 148/2011) e successivamente nel 2013 (art. 11, co. 1, D.L. n. 76/2013) è stato previsto rispettivamente l’aumento dell’aliquota IVA ordinaria dal 20% al 21% e dal 21% al 22%.
CURIOSITÀ: In Italia la disciplina sull’IVA è contenuta nel D.P.R. n. 633 del 26 ottobre 1972, più volte modificato. . All’entrata in vigore, il 1º gennaio 1973, l’aliquota ordinaria, quella applicabile alla maggior parte di beni o servizi, era il 12%, portata al 14% nel 1977, al 15% nel 1980, al 18% nel 1982, al 19% nel 1988, al 20% nel 1997. Con D.L. n. 138 del 13 agosto 2011, convertito in legge il 14 settembre 2011, con applicazione dal 17 settembre, l’aliquota ordinaria è salita al 21%. Con la Legge di Stabilità 2013 (approvata con legge n. 228 del 24 dicembre 2012 e pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. 302 del 29 dicembre 2012), il 1º ottobre 2013 è avvenuto l’aumento di un ulteriore punto percentuale e l’IVA ha raggiunto il 22%.
Oltre a prevedere ritocchi al rialzo delle aliquote IVA, sono previste incrementi anche per le aliquote delle accise della benzina e del gasolio. Un aumento, dunque, dei costi quotidiani per gli automobilisti con l’aumento del prezzo del carburante.